La sottile, ma sostanziale, differenza che divide un SS ed un soldato tedesco

di Federico Baccilieri

Spesso parlando dell’esercito tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale pensiamo immediatamente ad Hitler e di conseguenza a tutto quello che furono il nazismo ed i suoi orrori, inoltre l’immagine collettiva del soldato tedesco è dipinta e strumentalizzata dalla cinematografia, soprattutto quella statunitense, per dipingere ogni tedesco come un nazista. Ma è stato davvero così? Chi erano davvero i soldati tedeschi?

Wehrmacht, USSR, 1941 (ca.)

Le forze armate tedesche (Wehrmacht) avevano diversi reparti: Herr, l’esercito (che comprende fanteria, divisioni di artiglieria e carri), Kriegsmarine, la marina e la Luftwaffe, l’aviazione; le  Schutzstaffel (SS) erano invece un’organizzazione paramilitare distaccate dall’esercito regolare create dal partito nazista come mezzo di oppressione ed espansione dell’ideologia. Da sempre però i reparti di fanteria sono stati affiancati in diverse operazioni dalle SS, addestrate come élite a combattere ed uccidere qualsiasi individuo avessero davanti e senza mostrare alcuna pietà. Gli uomini dell’Herr invece altro non erano che semplici uomini arruolatisi per un bene maggiore: la rinascita della Patria.

Vi è infatti un tassello importante per comprendere la guerra, chi vi partecipa, non vi partecipa per politica, ma per ideali più grandi, che possono essere la libertà, la rinascita, una rivalsa morale, l’amor patriae o ancora il semplice desiderio di vedere la propria nazione arricchirsi e saltare sul carro dei vincitori. Chi partecipa ad una guerra quindi può anche essere contrario all’orientamento politico del proprio paese, come nel caso nostrano della seconda guerra d’Etiopia. Affianco alle camicie nere, che possiamo vedere come i precursori italiani delle SS, vi erano cittadini italiani che erano fascisti, comunisti, socialisti e repubblicani. A loro non interessava combattere per l’ideale fascista o simili, a loro interessava combattere per la dignità della Patria. Ovviamente vi erano dei simpatizzanti, ma molti fascisti, così come i nazisti, all’interno dell’esercito, al momento giusto misero da parte i loro ideali politici per combattere per la liberazione della patria. Come i partigiani “blu” ossia i rimasugli del Regio Esercito che combattevano per cacciare i nazifascisti e far tornare la monarchia, o rimanendo più sul tema tedesco, come nell’episodio della battaglia per il Castello di Itter, dove soldati americani e tedeschi si unirono per espugnare la fortezza dalle grinfie delle SS. 

Reparti SS sfilano

I reparti delle camicie nere e delle Schutzstaffel rimasero invece sempre fedeli a quegli ideali politici ormai decadenti ed in crisi, macchiandosi numerose volte di crimini di guerra senza eguali; basti pensare solo che l’amministrazione dei campi di sterminio era data completamente in mano alle SS e che molti soldati della Wehrmacht scoprirono solo dopo la guerra cosa stesse accadendo nei ghetti e alla periferie delle città europee.

Vi furono anche molti generali che andarono spesso contro il pensiero di Hitler, ed anche apertamente, come il feldmaresciallo Erwin Rommel, uno dei più grandi generali tedeschi che con le sue tattiche sbaragliò più volte gli alleati. Lui non era nazista, era tedesco, non combatteva per Hitler, combatteva per la Germania, non gli interessava espandere il verbo nazista, gli interessavano i suoi uomini e la vittoria.

Più volte le sfere dell’esercito tentarono alla vita del Fuhrer, andandoci anche vicino, ma infine fallendo.

E voi vi chiederete: “E perché allora se non credevano negli ideali politici, non si sono tolti le uniformi e sono tornati a casa?”. Perché sta qui la differenza, chi combatte in guerra non combatte per la politica, combatte per il paese, combatte per cose che non capisce e di cui si dimenticherà, chi combatte è già spoglio di ogni indumento, chi combatte si abbassa ad essere un animale impaurito che lotta per sopravvivere. Perché?

Gli orrori della guerra, prospettiva tedesca

Perché è così che va la guerra, la guerra distrugge, annichilisce l’uomo e lo rende animale, alla guerra non interessa che tu abbia votato per Hitler, Mussolini, Roosevelt, Churchill o chi che sia, alla guerra non interessa nulla della politica, ma solo di giocare con l’uomo e distruggerlo. Ed è questa la differenza, mentre le SS combatterono per una vittoria politica, la Wehrmacht tutta combatté per la Nazione, per la Vittoria, per il loro bene, e per un giorno, avere una Pace che potesse accontentarli.   

(con questo articolo non miro certo a giustificare gli orrori compiuti dall’esercito tedesco durante la guerra, o giustificare la guerra stessa, ma cerco solo di sviscerare l’idea del soldato reale, da quella del soldato “cinematografico”) 

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