Come stai?

di Alessia Cazzetta

“Come stai?” è forse la domanda che ci viene posta più spesso, ormai è entrata nell’uso comune come forma di cortesia; purtroppo, la maggior parte delle volte che ci viene posta alla persona che lo chiede non importa ricevere una risposta sincera, piuttosto preferisce uno sbrigativo “Bene, grazie”, oppure siamo noi che non vogliamo darne una veritiera convinti che alla persona che ce l’ha chiesto non freghi nulla di noi quando è il contrario, o più semplicemente rispondiamo con un “Bene, grazie” perché vogliamo illudere anche noi stessi che sia vero, che tutto vada bene.

Ma avete provato a porre a voi stessi questa domanda e a darvi una risposta senza limiti, senza finzioni e senza verità non poi così tanto vere?

Alcune volte ci dobbiamo arrendere alla nostra incapacità di tenere tutto quello che ci circonda sotto controllo, ma piuttosto scavare dentro noi stessi, nei meandri del nostro io per cogliere e capire veramente cosa c’è che non va, perché, diciamocela tutta, io e te, caro lettore, siamo i primi a racchiudere tutti i sentimenti negativi e le situazioni che ci provocano dolore e difficoltà in un barattolo e a fingere che quest’ultimo non esista.

Per quanto vogliamo che quella stupida scatola non ci sia, lei sarà lì, sempre presente, intenta ad aspettare il momento giusto per rendersi visibile ai nostri occhi e riempirsi ancor di più. Piuttosto che rinchiuderla in un luogo remoto del nostro cuore dobbiamo trovare il coraggio di tirarla fuori e togliere il coperchio, e, malgrado ci sembri una sfida impossibile colma di ostacoli invalicabili, dobbiamo armarci di tutta la nostra forza e affrontare quella maledetta scatola, perché solo diventando consapevoli del suo contenuto saremo in grado di rimediare ad esso.

Ma non potremmo semplicemente continuare a fingere che tutto vada bene, che il mondo di illusioni che ci siamo creati sia quello reale? Perché ci dovremmo scomodare ed intraprendere quest’impresa faticosa, ardua ed estenuante?

Perché ogni minuto che passiamo nel nostro finto mondo perfetto, pensando di essere spensierati e contenti quando in realtà siamo soltanto terrorizzati dalle situazioni spiacevoli della vita e dai sentimenti che vorremmo non esistessero, sprechiamo sessanta secondi di sincera felicità.

Nel corso della nostra vita ci troveremo davanti a molteplici ostacoli, dalla perdita di un nostro caro ad un’improvvisa ed inaspettata malattia, dal primo quattro in fisica alla prima delusione amorosa, e che tu abbia diciassette o cinquanta anni non cambia nulla: in un primo momento ti troverai in difficoltà, cercherai disperatamente di sopprimere tutte le emozioni negative che ti inonderanno, ma la cosa importante è, dopo un umano momento di debolezza, rialzarsi ed imparare a conoscere nel profondo quegli ostacoli, in modo da trovare un modo per superarli.

Sii resiliente caro lettore, non ti arrendere, sentiti libero di gridare al mondo che tutto fa schifo e che la vita ti sta inesorabilmente crollando addosso, solo dopo ti renderai conto che non è così e che quell’ostacolo che ti sembrava così tanto imponente ed insuperabile si è trasformato in un inestimabile ricordo che ti aiuterà ad apprezzare le piccole cose, a capire quanto la vita sia troppo preziosa per passare anche un solo minuto nell’illusione di vivere in un finto mondo perfetto che poi così tanto perfetto non è.

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