Speciale Esami di Stato: cosa ne pensano gli studenti?

di Lucia Maria Chiappini e Federico Baccilieri

Comincia oggi lo speciale dedicato all’Esame di Stato: interviste e riflessioni da parte degli studenti e dei docenti.

Foto di silviarita da Pixabay

A distanza di ormai un anno ci siamo tutti resi conto di come il Coronavirus abbia stravolto le vite di tutti, dall’operaio al barista, dall’impiegata alla capoufficio e dai professori agli studenti. Fino ad oggi sulla questione Esame di Stato si è sentito un gran parlare da parte dei Ministri dell’Istruzione, i quali ogni tot decidono di cambiare la modalità di questo esame. Alla fine si è optato per un “maxi orale”, che va ad eliminare le prove scritte che i candidati degli scorsi anni hanno sempre affrontato. A ormai 18 giorni dall’inizio di quei fatidici 100 che gli studenti festeggiano, pensiamo sia arrivato il momento di chiedere loro cosa ne pensano di questo esame.

Abbiamo intervistato diversi studenti del Liceo Russell-Fontana sull’argomento, e dalle loro risposte è scaturito questo scenario: molti studenti considerano questa nuova modalità del “maxi orale” come un’arma a doppio taglio, nel senso che può essere sì considerabile molto più facile un’unica prova orale, la quale va eliminare le prove scritte che hanno sempre messo tanta ansia ai nostri studenti, ma al tempo stesso basandosi tutto su un’unica prova, l’impegno per affrontarla deve essere sicuramente maggiore. Gli studenti però, in generale, sono contenti di questo tipo di prova, poiché grazie ad un orale, a detta loro, ci si può esprimere meglio e si ha più tempo per i ragionamenti. L’ansia però resta una costante che accompagna i nostri candidati, ma per alcuni, come Patrick, a quest’ansia si aggiunge anche quella del non sapere con certezza che tipo di prova li attenderà. Tra i gli aspetti negativi e le preoccupazioni emerse c’è la paura che con un’unica prova, come ci dice Yasmine, ci siano molte meno possibilità di eccellere; oppure, come detto dalla nostra Beatrice, ci si preoccupa del fatto che, con l’eliminazione delle prove scritte e avendo una sola prova, molti studenti prendano una faccenda seria come la maturità troppo sotto gamba. Sull’eliminazione delle prove scritte ci ha esposto la sua preoccupazione anche Valentina: la quale, oltre a considerare un peccato che queste vengano “perdute”, come gli altri pensa che questa tipologia di prova orale vada a mettere veramente in gioco le competenze degli studenti.

“Ci siamo ritrovati a festeggiare i 100 giorni alla maturità dietro a uno schermo, ognuno nelle proprie stanze, da soli, indossando un pigiama e di certo non è stato un giorno speciale come doveva essere, ma uno monotono come tutti gli altri.

Se una cosa però è certa, è che a mancare agli studenti, più che gli esami scritti, è il contatto umano coi compagni. Nessuno come uno studente prossimo all’Esame di Stato può sapere cosa si provi vivendo questi fatidici “100 giorni”, a percorrere per le ultime volte quei corridoi e quelle scale, cosa si provi a vedersi dal vivo e a condividere le proprie ansie con i compagni ed i professori; come ci dice Laura, di cui riporto fedelmente uno stralcio dell’intervista:

Non abbiamo potuto vivere l’ansia di quali materie sono state scelte, ma ci siamo ritrovati a commentarle su un gruppo di whatsapp. Non abbiamo potuto vivere a pieno la nostra classe e i nostri professori, che in un modo o nell’altro, ci hanno caratterizzato in questi cinque anni.

Non abbiamo potuto vivere come ci meritavamo e come ci spettava.

Se alla “me” di qualche anno fa avessero detto che sarebbe successa una cosa del genere mi sarei messa a ridere, ma ad oggi ci sono tantissimi altri aspetti da valutare, che purtroppo ridere non fanno”.

Insomma, i nostri cari studenti ci danno questa immagine dell’Esame di Stato come arma a doppio taglio, arma che però sono pronti ad impugnare ed usare con destrezza in quella battaglia irripetibile che è la maturità.