di Federico Baccilieri
I confini esistono da millenni e ce ne sono di ogni tipo, da quelli naturali, come i monti o fiumi, a quelli tracciati dall’uomo su una carta geografica. Hanno accompagnato l’uomo in molte avventure, e spesso hanno cambiato la storia per sempre, come nel gennaio del 49 a.C, quando il dado fu tratto, o ancora il primo settembre 1939, quando degli “amici tedeschi” si scattarono una foto mentre sollevavano una sbarra. Insomma, i confini sono parte integrante della nostra vita, ma vi siete mai chiesti come vengono creati?

Di solito si stabiliscono dopo anni di conflitti, ma nel caso vengano imposti “pacificamente”, la procedura è ben diversa, e noi europei siamo stati dei maestri in questo. Il nostro passaggio è ben visibile in Africa, dove le potenze coloniali maggiori tracciarono i loro confini senza tenere minimamente conto delle differenze etniche e culturali, causando, dopo l’abbandono di queste colonie, guerre civili, stragi, pulizia etnica e guerre tra stati nati da poco. Questo perché non fu mai di interesse trovare accordi o confini che mantenessero la pace, ma quanto più trovare dei confini che garantissero il dominio.

Un giovane esempio di questo modus operandi si ha nella creazione dello stato di Israele. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si volle ufficializzare la creazione di uno stato in cui la popolazione ebraica potesse vivere in maniera totalmente pacifica ed indipendente. Venne appositamente scelta, dopo sei mesi di dure ricerche, la zona che si sviluppava attorno la città di Gerusalemme, ma questa scelta tolse conseguentemente spazi ad altri paesi che lì abitavano da secoli, e che non la presero per nulla bene. Per questo nel 1948 scoppiò la guerra arabo-israeliana, dove una confederazione di stati arabi tentò di invadere il nuovo stato, fallendo. La vittoria andò ad Israele, che nei suoi confini prese diverse zone palestinesi, creando non poche tensioni che durano tutt’ora.
Un altro grande esempio è quello dei confini Ucraini. I confini in generale all’interno dell’Unione Sovietica sono stati tracciati in maniera sommaria, perché nessuno si sarebbe aspettato mai che sarebbe potuta crollare. Poi i territori ucraini, come la sua popolazione, sono sempre stati un forte interesse culturale da parte dei russi, basti pensare che Kyiv fu la città che fondò letteralmente le basi per la nascita della popolazione russa, per questo i russi non vedono la differenza tra popolo russo e popolo ucraino. Ma questa differenza esiste e fonda le sue radici in contesti culturali differenti. fatto sta che dopo il crollo dell’URSS il 26 dicembre 1991, gli sballati confini ucraini crearono non poche tensioni, soprattutto nell’ormai famosissima zona del Donbass.

Questi dunque sono i confini, non solo semplici linee su carte geografiche, ma un insieme di linee tracciate in seguito a guerre, per differenze culturali, grazie a confini naturali o in seguito a scelte opinabili prese con leggerezza.