Recensione del libro della scrittrice Judith Kerr

Il libro “Quando Hitler rubò il coniglio rosa” di Judith Kerr racconta la sua fuga dalla Germania nazista e le sue esperienze in un mondo stravolto dalla guerra.
Si può essere felici lontano da casa? Anna e la sua famiglia, braccate dai nazisti, hanno dovuto lasciare Berlino e cambiare città più volte. Adattarsi non è facile. Ma la cosa più importante è restare insieme.
Con questa storia, l’autrice ha voluto narrare l’infanzia rubata dalla guerra che accomuna molti bambini durante il periodo della 2° Guerra Mondiale. Il coniglio rosa diventa inevitabilmente il simbolo di questa privazione, vista attraverso gli occhi di una bambina tedesca di origine ebraica costretta con la sua famiglia a scappare dalla propria casa.
Il racconto si apre con Anna e Elsbeth, due bambine tedesche che, tornando a casa da scuola, notano un manifesto con il volto di Hitler poco prima delle elezioni.
“Un’altra foto di quell’uomo” commentò Elsbeth. “La mia sorellina ne ha vista un’altra ieri e credeva che fosse Charlie Chaplin”.
Ben presto, Anna scopre che la guerra si è intromessa anche nei giochi dei suoi coetanei, che fingono uno scontro armato tra socialisti e nazisti e anche nei discorsi quotidiani degli adulti che incontra, tra cui suo padre, che in una telefonata nomina Praga, ma lei ancora non sa che questo la porterà lontano da casa.
“Non soltanto perché siamo ebrei. Il babbo ritiene che nessuno sarebbe più libero di dire quello che pensa, e lui non potrebbe più scrivere. Ai Nazisti non piacciono quelli che pensano in modo diverso da loro”.
Inizia così la loro fuga, prima in Svizzera, poi in Francia e infine in Gran Bretagna. Prima di partire, Anna dovrà scegliere solo un gioco da portare con sé e tra un nuovo cane di pezza e il vecchio coniglio rosa, la scelta ricadrà sul giocattolo nuovo. Questo libro ci permette di comprendere come un bambino possa vivere la guerra e come essa possa influenzare la sua infanzia. Notiamo però come Anna vada alla ricerca delle cose belle che la circondano, continuando a vivere la sua infanzia in modo sereno, per quanto la guerra lo permetta.
Consiglio questa lettura a tutti coloro che amano le storie piene di avventure e che vogliono affrontare il tema della guerra attraverso gli occhi dei bambini, che faticano più di tutti a comprenderne la ragione o forse sono proprio loro che capiscono che una ragione non c’è.