di Chiara Zofrea

Nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 2023 si è verificato un forte terremoto in Turchia e Siria.
Un evento tragico, che fino ad ora ha provocato 45472 vittime accertate e un elevato numero di dispersi, oltre a 85 000 feriti.
Si tratta di un avvenimento che ha unito il mondo intero, il quale negli ultimi giorni ha potuto assistere alle conseguenze della tragedia, ha seguito in televisione o letto sui giornali passo passo le attività di ricerca e di soccorso; la popolazione mondiale ha inoltre offerto un concreto aiuto alle popolazioni turche e siriane, inviando uomini e mezzi per le ricerche.
Tutti noi, ogni giorno, siamo colpiti dalle immagini che riprendono momenti di paura, dolore e rassegnazione, specie quelli in cui si vedono le vittime ritrovate sotto le macerie.
In onore della popolazione Turca, delle sue vittime e dei suoi feriti, vi proponiamo una toccante poesia del poeta turco İlhan Berk: “Due pesci davanti a Istanbul”
“Guardate il cielo che sovrasta Istanbul
Come gradualmente s’abbassa
Le case e la gente
Vuole osservarle più da vicino
Spunta il centomillesimo mattino del mondo
Alzatevi, alzatevi tutti, piante e animali
Io dico a voi che
Sono una cosa da vedere, i mattini del mondo
Questo cielo che batte sulle nostre acque, gli alberi
Chissà quante domande hanno acceso anche in te
Quante notti insonni ho passato pensando a questa terra
Io stesso
Una volta nel cielo passava una nuvola in corsa
Era chiarissimo, un bambino era venuto al mondo
Prima vide le nuvole sul Passaggio Hıristaki e ne gioì
Poi ci guardò e gli piacque da morire.
Ti chiedi se sei venuto dalle coste del Pacifico
Se sono queste le acque più pacifiche del mondo
Perché te ne stai così in silenzio
Dici che le cose sulla terra non vanno tanto bene?
Vieni, usciamo un po’ io e te,
Conoscerai mille cuori buoni, potrai aprirti
Lo sai da dove viene quest’inquietudine del mondo?
Non ci siamo stretti e conosciuti nemmeno un poco
Viva ancora mille anni questo fronte di Üsküdar
Cos’erano i capelli della ragazza che mi è passata davanti
Li avesse sciolti avrebbe inebriato l’aria
Finché avrò vita, io questa riva non la lascerò
Cos’è questo buio improvviso sul mare
Cos’è questa frenesia tra le platesse
Devo uscire e ripararmi in un punto più nascosto
Capisco che la pioggia cade sulla terra
Sono un pesce, fratelli miei umani, nel Bosforo
Percorro il mondo palmo a palmo
Ora il Capo di Buona Speranza, ora il Grande Oceano, ora Istanbul
Il mio compito: far gioire questa terra”.
İlhan Berk con questa poesia omaggia la sua terra d’origine, sprigiona e condivide in modo naturale tutto il suo amore per la Turchia, sentimento che riesce ad arrivare anche a noi lettori.
Nella poesia viene presentata una Turchia rigogliosa, la cui popolazione ha voglia di vivere la propria vita felice e senza paura, ma che adesso è costretta a vivere nel buio, senza una casa, impaurita. Oggi purtroppo possiamo vedere solo una Turchia devastata dalle ferite e dalla sofferenza, ma che presto tornerà ad essere la Turchia presentata da İlhan Berk.