di Baccilieri Federico

Dal 24 febbraio 2022 il suolo ucraino ha subito la devastazione provocata dall’invasione russa, facendo crollare ogni certezza in quel panorama europeo ormai abituato alla pace ed estraneo a conflitti armati di tali dimensioni almeno da una trentina d’anni. Il conflitto è entrato nelle case di tutti noi, e subito i media hanno provveduto ad una divulgazione di informazioni su scala globale di dimensioni epocali: gli aggiornamenti erano giornalieri, orari, al minuto, si sono aperti dibattiti nei talk show, e le prime pagine di giornali e telegiornali si sono tappezzate di bandiere giallo-blu.
Questo oceanico afflusso di notizie ha però contribuito all’espansione di un luogo ormai ben impiantato in occidente: “il dimenticatoio”. Qui vanno a finire tutti quei racconti, quelle storie e quegli avvenimenti che noi, lontani ed estranei ai fatti, decidiamo di dimenticare per entrare a gamba tesa in altre questioni per cui molti non hanno un’effettiva preparazione, ma che essendo alle porte di casa diventano una fonte inesauribile di dibattiti e anche conversazioni tra amici.
Molti credo si siano dimenticati infatti delle tensioni tra Palestina ed Israele che ci fecero compagnia per gran parte della scorsa estate con i racconti più che scandalosi delle violenze dell’esercito israeliano su civili palestinesi. Anche qui, come solo noi occidentali sappiamo fare, abbiamo deciso di dire la nostra opinione assolutamente non richiesta elevandoci ad attenti conoscitori della Geopolitica. Molti difendevano a spada tratta la Palestina, definendo il neonato stato d’Israele come il barbaro carnefice assalitore, ignorando completamente che negli anni 50 del novecento quest’ultimo venne attaccato da una confederazione di stati mediorientali, e che i suoi confini sono stati tracciati da ex potenze coloniali straniere che, o poco sapevano o se ne infischiarono, di quella che era l’etnia o la cultura prevalente nel territorio.
Rimanendo sempre nella zona medio-orientale, mentre noi dibattiamo su quanti chilometri di terra spettano ad una o all’altra nazione, le donne afghane perdono i loro diritti; infatti i Talebani hanno adottato misure sempre più restrittive riguardanti la questione del burqa e delle libertà, diritti e doveri di migliaia di donne afghane, le quali nuovamente si sono viste emarginate dalla società.
Ma torniamo in Europa, sapevate che la Polonia, paese simbolo dell’accoglienza di rifugiati, fino al giorno prima della guerra sparavano con cannoni ad acqua ed erigevano muri che bloccassero i migranti Pakistani? Queste persone, dopo giorni di viaggio a piedi o con mezzi di fortuna dalle terre natie fino ai confini balcanici, si sono trovate prima torturate in diverse prigioni bosniache e croate, e poi completamente abbandonate da tutti.
Ma se vogliamo parlare dei “grandi” dell’occidente: sapevate che il Primo Ministro britannico Boris Johnson ha avanzato la richiesta di mandare 7000 migranti d’oltremanica in Rwanda? Paese ben noto per la pulizia etnica o la tortura nelle carceri. O ancora, sapevate che tra poco negli U.S.A sta per passare una legge che in alcuni stati potrebbe togliere completamente il diritto all’aborto alle donne? O ancora, sapete che l’Italia vuole aumentare le spese dell’esercito in sostegno dell’Ucraina? Scelta che farebbe diventare maggiore il numero di soldi spesi nella guerra che nella scuola o la cultura.
Queste notizie, insieme alla cronaca, hanno nei telegiornali spazi di appena cinque minuti, e nei dibattiti spesso non vengono nemmeno affrontate.
Imploro l’occidente, oltre a seguire ed interessarsi all’Ucraina, di chiedersi: come stanno le foreste in Australia? Saranno liberi dagli aerei cinesi ora i cieli di Taiwan? In Venezuela la crisi economica va avanti? In India come procede la pandemia?
Come sta il mio pianeta?