di Giorgia Rubin

Cosa sta succedendo?
“Non ci sono vincitori in guerra, ma solo innumerevoli vite a rischio. Abbiamo già ricevuto notizie di vittime e persone che hanno cominciato a fuggire dalle loro case in cerca di sicurezza“.
Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati
Dopo settimane di tensioni crescenti e sanzioni diplomatiche, sono iniziati gli attacchi della Russia all’Ucraina, che hanno portato a un notevole afflusso di rifugiati nei paesi confinanti.
L’invasione dell’Ucraina non solo ha colpito l’intero paese, ma ha anche scosso la comunità internazionale. Molti cittadini comuni si trovano sopraffatti da immagini e notizie, da una moltitudine di emozioni comprensibili: dolore, paura, rabbia.
C’è anche un senso fisico di impotenza che pervade quando si controllano i siti Web delle maggiori testate giornalistiche o si scorrono i feed dei social network. Da un lato, vediamo scorrere un flusso di informazioni che le guerre passate non hanno mai consentito: dall’altro, colpisce un terribile senso di impotenza. Forse, però, possiamo aiutare, anche solo con un piccolo gesto.
Okay, ma cosa possiamo fare per dare concretamente una mano?
Attraverso una raccolta di beni di prima necessità, come vestiti (soprattutto invernali), medicinali e prodotti alimentari a lunga conservazione.
In questo modo potremmo fare la differenza per persone, o intere famiglie, che al momento si trovano in condizione di indigenza.
L’idea è quella di cercare l’appoggio e l’aiuto degli enti territoriali in modo da rendere la nostra scuola un polo di raccolta interna (donazioni di studenti, famiglie e personale) e di raccolta esterna (chiunque voglia recarsi per donare).
Chi saranno i protagonisti?
La raccolta può essere sostenuta su base volontaria da studenti e personale. Insomma, da tutti coloro che vorranno dare una mano!
Perché è importante che la scuola non rimanga indifferente?
Nonostante tutto, la nostra quotidianità non ha subito grandi cambiamenti: andiamo a scuola, torniamo a casa, ci dedichiamo ai nostri interessi e concludiamo la nostra giornata per poi ricominciare il mattino seguente. Dico “nonostante tutto”, perché in una terra lontana da noi ma pur sempre sotto lo stesso nostro cielo, la quotidianità è stata stravolta dalla crudeltà. Migliaia di studenti ucraini sono privi della libertà e della loro pace, valori intrisi nel nostro senso di normalità.
Loro non possono frequentare le scuole: si nascondono nelle cantine delle case per sfuggire alla morte. Madri attaccano sui vestiti dei loro bambini degli adesivi con il loro gruppo sanguigno.
Se qualcuno è scosso alla lettura di queste parole così schiette, forse è perché non ha compreso realmente la situazione.
È una situazione inimmaginabile, che genera in noi smarrimento e ci destabilizza, mentre ne ricerchiamo motivazioni e cause. E’ assolutamente legittima la riflessione su come migliorare il mondo, ma l’aiuto concreto alla popolazione ucraina passa soltanto da azioni concrete.
Molti penseranno che la loro partecipazione non potrà cambiare le cose, e forse hanno anche ragione; ma con la partecipazione di tutti, di tutti coloro che ripudiano la guerra in ogni sua forma e condannano chiunque ingaggi questa lotta contro l’umanità, possiamo dare un vero aiuto in una situazione così drammatica.
Il nostro proposito è quello di rifornirli di ciò di cui loro non possono occuparsi poiché sfollati, in viaggio, lontani da casa o senza un posto sicuro in cui vivere.
La scuola poi ha un ruolo fondamentale nell’educazione alla non indifferenza, alla solidarietà, a fare del bene.
Ci chiediamo allora, perché non iniziare proprio dalla nostra piccola realtà con questo “piccolo” gesto?
Per informazioni contattate Giorgia Rubin all’indirizzo della scuola.