La scuola

di Alessia Cazzetta

Scuola, luogo di battaglie perse e battaglie vinte, di paura, di allegria, di gioia, d’ansia. La scuola è al centro delle vite di noi ragazzi, è il punto di riferimento di ognuno di noi ed anche se alcune volte viene presa di mira, insultata, schifata o vista come un mostro terrificante da cui stare lontani il più possibile, in alcuni casi un po’ ingiustamente, non possiamo far altro che riconoscerle il ruolo fondamentale che gioca nella crescita di tutti noi: iniziamo il nostro percorso da piccolissimi, all’età di tre anni e ne usciamo qualche anno più in là, un po’ più maturi (si spera). Le relazioni, i rapporti umani che creiamo durante questo periodo indubbiamente ci influenzano nelle scelte, nei comportamenti, nel modo di vedere la vita.

Quando ho deciso di scrivere un articolo sulla scuola ho anche fatto la scelta, che potrebbe risultare un po’ inusuale (o un po’ sconcertante agli occhi di alcuni), di parlarne positivamente, cosa che probabilmente la maggior parte dei miei coetanei, ed anche io in alcuni momenti, non avrebbe fatto. 

Pensandoci su, mi è venuto in mente un aneddoto particolare.

Alla fine di ogni incontro con mio nonno, al momento dei saluti, lui mi ricorda sempre, non dimenticandosene mai, di studiare. “Mi raccomando, studia!”, mi dice. Fino a poco fa lo vedevo come un qualcosa di ovvio, scontato, annuivo sorridendo alla pronuncia di quelle parole senza darci troppo peso e solo recentemente ho iniziato ad accorgermi del loro valore.

Mio nonno è nato nel 1936 ed a causa della guerra non ha mai avuto la possibilità di finire la scuola, si è fermato ai primi anni delle elementari e da quel momento in poi non ha fatto altro che lavorare. Noi ragazzi d’oggi abbiamo la concezione che la scuola ed il diritto allo studio siano dovuti, scontati, forse perché non ci pensiamo mai abbastanza, perché vediamo i compiti e le verifiche come una scocciatura e nient’altro o perché non ci siamo mai ritrovati nella situazione opposta. Abbiamo la vista annebbiata dalla nostra quotidianità, non riusciamo mai a cambiare prospettiva e a metterci nei panni delle persone che questo diritto non l’hanno avuto o non ce l’hanno.

Oltre a non accorgerci della grande fortuna che abbiamo, non riusciamo nemmeno a capire a fondo l’importanza della scuola. La questione viene troppo spesso banalizzata e semplificata. Siamo sempre portati a pensare che sia “il luogo dove si imparano cose” e non ci soffermiamo mai sull’aspetto forse più importante: la scuola ci dà la possibilità di fare una scelta, di dare una forma al nostro futuro, una forma che possiamo scegliere noi indipendentemente dal volere altrui. Mio nonno non ha avuto questa chance, non ha potuto fare una scelta, non ha avuto opzioni, è stato costretto a sopprimere la sua curiosità e la sua voglia di scoprire per farsi carico di responsabilità che non dovrebbero spettare ad un bambino. Penso che mi ripeta sempre quelle parole proprio per questo: vuole che io mi renda conto della grande opportunità che ho e che la sfrutti a pieno.

Grazie a quella frase sto iniziando a vedere la scuola non come una mera corsa al voto, piuttosto come un’esperienza da vivere pienamente e nel suo profondo, in ogni sua sfaccettatura, da cui trarre il massimo possibile e spero che questa riflessione possa aiutare anche altri studenti ad apprezzarla maggiormente.