di Maya Musto
Il femminismo nasce in Italia come movimento socio-politico nel 1969, con l’obiettivo di raggiungere la parità dei sessi.
Negli ultimi anni questi ideali di parità vennero completamente stravolti arrivando a diffondere un messaggio completamente distorto dal femminismo originale.
Quello di cui vorremmo parlare in questo articolo sono le problematiche, le incomprensioni e la misandria che il femminismo attuale può causare.
Innanzitutto il concetto di non più parità, ma bensì di superiorità della donna rispetto all’uomo, specialmente visto che la donna nella società di oggi viene rappresentata come più intelligente, più forte e puntualmente superiore, creando un divario sociale che lo stesso femminismo cercava di estirpare.
Per questo la donna sta iniziando ad avere più potere sociale rispetto all’uomo. Come ad esempio in ambiente legale dove la parola della donna è favorita (in un contesto in cui si dovrebbe avere totale neutralità). Un caso che fece scalpore fu quello di Johnny Depp e Amber Heard. Ella aveva denunciato il marito per abuso domestico, quando delle prove hanno dimostrato che la vera vittima è Johnny Depp, che per mesi non ha fatto altro che subire violenza sia fisica che psicologica. La vera problematica all’interno di questa vicenda è che in tribunale, indipendentemente dal fatto che Amber stesse visibilmente mentendo e che le prove a suo favore fossero false, Johnny Depp è stato punito ingiustamente, non solo rovinando la sua carriera ma anche la sua immagine.
Questo che riportiamo non è caso singolo, ma un fatto ripetuto molto spesso. Di certo con questo non vogliamo dire assolutamente che la violenza sulle donne sia giustificabile o meno presente, ma sicuramente a causa dello stigma sociale gli abusi sugli uomini vengono presi poco seriamente o addirittura non denunciati per paura di derisione, a causa della visione ancora macistica dell’uomo.

Un’altra conseguenza che portò il femminismo odierno accanto dalla LGBTQ+ estremista è quello che viene definito come ‘politically correct’. Abbiamo il totale rispetto delle persone che intendono farsi chiamare secondo i pronomi a loro più familiari; tuttavia, ci sembra totalmente inopportuno dover cambiare la lingua italiana per accomodare una strada ‘gender neutral’ dove per un termine sbagliato si può rischiare di venire etichettati come poco rispettosi della persona altrui.
Con questo vogliamo solo aumentare consapevolezza riguardo problematiche maschili che vengono poco spesso discusse senza sminuire quelle femminili. Ovviamente supportiamo qualunque persona indipendentemente da sesso, genere, orientamento sessuale o età ma troviamo molto sgradevole il fatto che movimenti che dovrebbero tutelare questa parità invece si siano ridotti ad una vendetta sociale che è in netta contrapposizione con l’obiettivo finale. Per concludere, non vogliamo nemmeno generalizzare, sappiamo che parte di questi movimenti si occupano di problematiche reali, ma come già detto vorremmo parlare degli insorgenti problemi prima che possano danneggiare la società profondamente.