Giornata della Terra: il 22 aprile è una “ricorrenza attiva”

di Yolanda Giussani

Young woman showing Earth Day poster

Istituita nel 1970 dall’attivista per la pace John McConnell, la giornata della Terra si è evoluta, nel corso dei decenni, da celebrazione statunitense a vera e propria manifestazione, questa volta a livello globale. Essa si presenta con il principale obiettivo di sensibilizzare la popolazione sulle tematiche ambientali, partendo dal presupposto di McConnell, ovvero che in quanto giornata di celebrazione di bellezza e vita, essa necessita di mettere in guardia su temi che coinvolgono ogni individuo in quanto abitante della terra, impattando inevitabimente società, economie ed ecosistemi.

E tra questi temi rientra, attuale tanto nel ’70 quanto oggi (sebbene non sempre degnato della dovuta attenzione) quello del cambiamento climatico e delle misure di mitigazione ed adattamento che l’umanità necessita di mettere in atto di fronte ad un problema a scadenza così breve e per così tanto rimandato.

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Quanto questa, per così dire, “ricorrenza attiva” intende ricordarci, è che l’azione di fronte al cambiamento climatico è una responsabilità collettiva, a cui noi in quanto individui dobbiamo sopperire tanto quanto necessitano di fare i nostri governi, per avviarci sulla strada verso una società ed un economia che, a livello mondiale, sia in grado di evolversi senza contribuire alla progressiva ed inesorabile distruzione del nostro pianeta.

La giornata della Terra rivela quindi la sua natura di ricorrenza non commemorativa, bensì di momento di educazione collettiva e azione, che guarda avanti ai pochi anni che ci separano dal “punto di non ritorno”, e si impegna nella sensibilizzazione di una società che non ha ancora (non del tutto) aperto gli occhi.