di Meri Bubullima e Maya Musto

Il 31 marzo abbiamo avuto l’occasione di partecipare all’incontro Testimoniare la legalità con Salvatore Borsellino, fratello minore di Paolo Borsellino e il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. L’evento è stato organizzato dal professor Raul Leone Tolisano e voluto dalla Dirigente Giuseppina Pelella in collaborazione con la Dirigente Giuseppina Marzochella del Liceo Elsa Morante di Napoli.
Il tema principale di questo evento è stato la legalità, difatti si è discusso della criminalità organizzata e delle problematiche ad essa relativa.
E’ necessario contrastare queste forme di violenza sin da piccoli, per tanto le scuole servono e ci aiutano a fornire agli studenti gli strumenti necessari per comprendere il fenomeno mafioso, che è radicato nella nostra società. Si parla dunque, di giustizia sociale: seguire una propria morale e agire coerentemente ogni giorno, senza alcuna influenza esterna.
Gli insegnamenti forniti dai magistrati Paolo Borsellino e Giovanni Falcone ci hanno ispirato a fare proprio questo: potranno anche ucciderne i corpi, ma le idee vivranno nella mente dei giovani che seguiranno la propria libertà. Paolo Borsellino non sperava il coronamento del suo sogno volto a sé stesso, bensì per i giovani che avrebbero potuto sentire il profumo della libertà.
Paolo Borsellino odiava Palermo, e per questo imparò ad amarla: avere la forza di cambiare gli aspetti negativi di ciò che si ama di più.
Non è solo compito dei magistrati combattere queste violenze insidiose, ma della società, della politica, di ogni persona. E’ compito di tutti.
Il discorso di Salvatore Borsellino ci ha aiutato a comprendere le varie dinamiche riguardanti il tragico assassinio del fratello avvenuto il 19 luglio 1992.
In quell’episodio, bisogna ricordare anche le scorte: Claudio, Agostino, Emanuela, Vincenzo, e Eddie che diedero la loro vita proteggendo fino all’ultimo la speranza di Borsellino, la quale ancora oggi non ha smesso di esistere.
La morte di Borsellino e quella di Falcone sono state causate dell’indifferenza delle persone, indifferenza che non dovrebbe più ripresentarsi: l’omertà è uno dei maggiori mali della società, che dovrebbe essere estirpata, portando giustizia. Quindi è nostro compito informarci e non permettere che tali errori si ripetano di nuovo.
Purtroppo ancora oggi questa problematica continua a ripresentarsi, come dimostrato con il processo che si sta svolgendo in Calabria.
Le parole non miglioreranno questa situazione di disagio, poiché solo i fatti potranno essere simbolo di progresso; questi devono essere seguiti dall’intera comunità in modo che nel buio dell’indifferenza ci sia un bagliore di speranza.